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  • Molto interessante il racconto del processo per direttissima ai ragazzi francesi.

    La parte più significativa, per me, è la totale mancanza di comprensione delle conseguenze concrete che ha la diffusione di informazioni e accuse via social network (tiktok, in questo caso).

    In pochi minuti fai un video in cui dici che la persona x ha commesso questo e quello: il video diventa virale, la persona si deve chiudere in casa per salvarsi dalle aggressioni. In questo caso sembra che il malcapitato protagonista fosse un attore che non c'entra nulla con la polizia.

    È un tema che spesso si sottovaluta: rovinare la vita altrui purtroppo è diventato semplicissimo.

    • Vero. anche le altre vicende: il giudice che non comprende la parlata dei ragazzi, quello che non sblocca il telefono perchè ha del porno sopra e teme (secondo me giustamente) le ritorsioni della polizia (e della famiglia?). Tutto sembra raccontare di persone che vengono da pianeti diversi.

      • Lo sblocco del telefono è sicuramente una richiesta che mi ha fatto sobbalzare.

        Però:

        Se, come dice Costa, la legge lo richiede, non è che puoi rifiutarti, qualunque siano le tue ragioni.

        Va anche capito cosa dice la legge: lo sblocco può essere richiesto sempre? Oppure serve un mandato di un giudice? Secondo me è assimilabile ad un mandato di perquisizione, come concetto: può essere uno strumento utile e che salva vite, ma deve essere soppesato, data l'invasione di privacy che comporta.

  • Mi piacciono sempre molto gli approfondimenti meta-giornalistici. Oggi in apertura, la vicenda della foto di Meloni in spiaggia pubblicata da Repubblica, con una didascalia sciatta, che poi la foto era di anni fa, e che Libero, dal suo pulpito, ha bacchettato Repubblica, ha del surreale. Eppure succede tutti i giorni

    • Che poi io l'ho vista la foto: con i pochi pixel che aveva la versione che avevo davanti, non era facile distinguere tra crema di caffè o, che ne so, un beylis

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